Quello della potatura SEO è un lavoro molto prezioso tramite il quale si ha la possibilità di eliminare contenuti e post che non servono da siti che presentano un alto numero di pagine o da quei blog che in molti casi inseguono le discussioni e le notizie online.
Diventa necessario, infatti, rimuovere tutte le pubblicazioni che sono prive di valore dal punto di vista della SEO perché non si posizionano e non portano traffico, il che vuol dire che non sono utili per i lettori e gli utenti.
Come funziona la potatura
Ecco, allora, che si deve procedere con un intervento di potatura che deve essere radicale, quasi estremo, e soprattutto senza rimpianti. Non va dimenticata, comunque, la logica di base, che è rappresentata dalla SEO on site, e che deve consentire di alleggerire evitando di svilire.
Proprio come avviene quando si potano i rami di un albero, è opportuno tagliare ma in maniera accorta e con giudizio: a seconda dei casi può essere necessario potare poco o tanto, ma l’importante è non eccedere e non andare oltre il necessario.
Questo vuol dire prima di tutto esaminare il progetto, per poi identificare quelle pagine che non godono di credito presso il pubblico e agli occhi di Google. È solo a quel punto che si può capire qual è la strada giusta per dire addio al problema.
A che cosa serve
La potatura SEO delle pagine deve essere eseguita tenendo sempre conto del fatto che il principale obiettivo da perseguire è rappresentato dal posizionamento nella SERP di Google. Questa attività consente al sito su cui si lavora di diventare più performante.
Nel caso di un sito istituzionale o di un e-commerce di grandi dimensioni, inoltre, la potatura permette di alleggerire il lavoro che deve essere svolto da Google e consente di ottimizzare il cosiddetto crawl budget: con questa espressione si fa riferimento alle risorse che vengono concesse dal motore di ricerca a un sito web, tenendo conto del livello di autorevolezza del lavoro compiuto, per la scansione e per l’indicizzazione.
Come approcciare la potatura
Nel caso di un blog aziendale o di un sito web di piccole e medie dimensioni, comunque, la ragione più importante per la quale ci si deve dedicare alla potatura SEO deve essere individuata nella cannibalizzazione dei contenuti.
Si tratta, in altri termini, della pubblicazione di pagine che oltre ad avere un contenuto identico sono accomunate anche dal fatto di avere lo stesso search intent.
Il che, ovviamente, impedisce di posizionarsi. In situazioni del genere, più si pubblica e più si inseriscono tag con l’intento di fornire nuove risorse da posizionare, e più si creano concorrenti per i contenuti già presenti.
Le tassonomie, fra l’altro, rappresentano una fonte di contenuti duplicati che fino a un certo punto vengono ignorati dal motore di ricerca, ma poi risultano deleteri.
Un semplice esempio: in un blog in cui c’è una sola firma, non c’è bisogno delle pagine autore, che devono essere eliminate.

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